Testo di Enrica Guanella
Rievocando quel giorno che Dante Guanella raggiunse Splügen a piedi, ripercorrendo l’antico sentiero lungo le Alpi. Un’impresa che riaprì il tracciato al pubblico.
Era il 28 settembre del 1969 quando un gruppo di uomini, guidati dal campodolcinese Dante Guanella, si avventurò dopo più di un secolo e mezzo sul sentiero del Cardinello per raggiungere Splügen a piedi. Nessuno probabilmente immaginava che mezzo secolo più tardi, quell’itinerario sarebbe diventato una meta percorsa ogni anno da migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo.
Origini antiche
La storia di questo sentiero affonda nei secoli. Già tratto della strada romana, poi percorso da pellegrini, viandanti, commercianti e militari tutti rigorosamente a piedi o a dorso di cavallo. Conosciuto e temuto per la pericolosità di alcuni suoi tratti, il Cardinello ha ispirato molti artisti che l’hanno raffigurato nelle loro opere o descritto nei diari di viaggio. Una storia che è rimasta sospesa dal 1821, anno dell’apertura della grandiosa carrozzabile del Donegani, voluta e finanziata dagli austriaci, allora dominatori delle vallate, che soppiantò del tutto l’utilizzo dell’antica mulattiera fino al giorno in cui Dante Guanella compì la sua impresa. Il Cardinello rimase dominio esclusivo dei pastori e dei cacciatori del posto e venne dimenticato dalla storia della viabilità alpina.
La via riscoperta
All’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso la società SNAM realizzò l’importante oleodotto che da Genova, attraverso la valle Spluga arrivava nella tedesca Ingolstadt. Un lavoro ambizioso che purtroppo distrusse in buona parte il vecchio sentiero del Cardinello. Si dovrà aspettare il 1969 per sentire ancora parlare di questo itinerario e il merito si deve a Dante (Campodolcino 1931-2019) che volle restituire l’accesso a questa suggestiva e selvaggia mulattirera. Non fu facile liberare alcuni tratti invasi dai detriti e dai massi precipitati dagli scavi per le condotte Snam, ma con l’aiuto di amici riuscì nell’impresa: il sentiero del Cardinello era di nuovo percorribile. Per festeggiare il 28 settembre del 1969 organizzò una trasferta a Splügen insieme ad un gruppo di gente della valle e di bestie da soma, ottenuti i permessi di transito per gli animali dal veterinario di Andeer Herman Saurer.
Risorsa turistica
Quel giorno il Cardinello venne percorso da uomini e bestie da soma come ogni giorno da molti secoli prima. Vent’anni più tardi, italiani e svizzeri ebbero la geniale intuizione di estendere questo cammino a Chiavenna e Thusis e permettere a decine di migliaia di turisti di camminare sulla storia di questo lembo della Alpi Centrali. Nasce così la Via Spluga come la conosciamo oggi, che l’anno prossimo compirà 20 anni. Oggi questo itinerario tra Italia e Svizzera lungo 70 chilometri richiama ogni anno turisti da tutto il mondo, affascinati dalla possibilità di rivivere le medesime emozioni suscitate nei cuori di coloro che - per ragioni diverse e nel corso dei secoli - hanno valicato le Alpi.