Il museo della Collegiata di San Lorenzo custodisce antichi volumi che ripercorrono la nascita della musica come la conosciamo oggi.
La storia della musica ha radici antichissime.
Fino all’anno Mille i brani e i canti venivano tramandati oralmente, di generazione in generazione Il problema della scrittura musicale cominciò a presentarsi durante il Medioevo, quando le melodie divennero sempre più lunghe e complesse.
Antifonario Romano
Nell’ultima sala del Museo del Tesoro è custodito un preziosissimo codice musicale, composto da 97 fogli di pergamena, risalente alla prima metà del XI secolo, chiamato anche Antifonario Romano. L’Antifonario esposto al museo del Tesoro è tra i primi manoscritti con dei segni grafici sopra le parole, risalente al X e XI secolo. Segni che hanno consentito di ricostruire le melodie del canto gregoriano.
Guido d’Arezzo
Fu un monaco italiano, Guido d’Arezzo, nell’anno 1000 ad utilizzare per primo una scrittura delle note molto simile a quella attuale. Guido diede un nome alle note della scala diatonica che Pitagora aveva definito nel 500 a.C. in base alla lunghezza delle corde. Utilizzò le iniziali dell’inno di San Giovanni (vedi sotto). A partire dal XVII secolo, Ut venne chiamato Do da Gian Battista Doni, dalle iniziali del suo cognome. Inizialmente le note erano solo 6 ed erano UT, RE, MI, FA, SOL, LA. Il SI venne aggiunto in seguito, perché i canti non prevedevano l’uso della sensibile e fu sempre tratto dallo stesso Inno di San Giovanni.
Reperti musicali
Tra i numerosi documenti storici originali custoditi al Museo del Tesoro di Chiavenna, ve ne sono alcuni che descrivono come nacquero e si diffusero la musica, gli spartiti, gli accordi e le note musicali. Provengono dal Convento dei frati Cappuccini, presente a Chiavenna fino al 1815, quando scattò la confisca napoleonica di tutti i beni ecclesiastici.
Gutenberg e la stampa
Tra i reperti di maggior pregio c’è il Graduale del 1674. Come ha spiegato molto bene un recente articolo pubblicato sul giornale parrocchiale “Il Fonte”, il termine Graduale prende origine dal latino gradus, gradino, in quanto in origine i cantori cantavano restando sui gradini dell´ambone. Di interesse storico è l’Incunabolo risalente alla fine del 1400, con i “capilettera” dipinti a mano. E’ uno dei primissimi ad essere diffuso dopo
l´invenzione della stampa da parte di Johannes Gutenberg nel 1450. Tutti i testi stampati in questo periodo, fino al 1500, prendono il nome di Incunaboli, che deriva da cuna, culla, dato ai primi prodotti della tipografia.