La campagna in atto per liberare le stanze invase dai detriti fluviali ha portato alla luce nuovi manufatti rimasti sepolti da molto tempo.
Il luogo suscita sempre una grande suggestione. Non a caso la brillante intuizione dell’Associazione Italo Svizzera per gli Scavi di Piuro da quale anno a questa parte ha organizzato a Belfòrt numerose manifestazioni culturali – teatro, lirica, arte – che hanno riscosso sempre un ampio successo.
Siamo a Borgonuovo, nel cuore del territorio piurasco della Bregaglia italiana. Sarà per il dolce pianoro adagiato a fianco del fiume, la selva che circonda la zona oppure il fascino dei ruderi che testimoniano lo sfarzo andato perduto nella terribile frana del 1618: sta di fatto che Belfòrt continua a regalare emozioni ai suoi estimatori.
L’ultima novità è emersa dalla campagna di scavo e di messa in sicurezza dei ruderi, i cui lavori termineranno entro l’estate.
La sorpresa maggiore – assicurano gli esperti – è rappresentata dall’esito degli scavi sotto il palazzo dei Piaceri. I primi interventi hanno messo in evidenza la maestosa quanto imponente dimensione di questi locali e la cura impiegata nella costruzione degli spazi adibiti a cantine e crotti.
Liberati i locali dai materiali quasi esclusivamente di origine fluviale, è stato possibile recuperare anche alcuni manufatti in pietra che erano rimasti annegati nei detriti.
Una volta concluso, l’intervento consentirà di mettere in giusta evidenza l’imponenza del Palazzo, oltre alle potenzialità costruttive delle popolazioni piurasche dell’epoca, capaci di erigere veri e propri capolavori a ridosso di antiche frane in roccia dalle cui viscere spirava il pregiato sorèl, il vento a temperatura costante intorno al quale venivano edificati i crotti.
Negli anni più recenti, a partire dal 2005, sono iniziati i lavori di pulitura e messa in sicurezza dell’area cosiddetta di Belfòrt, all’estremità orientale dell’antico borgo di Piuro. Si tratta di ruderi di edifici risalenti a un’epoca precedente alla frana del 1618: si può quindi affermare che si tratta delle uniche architetture del borgo vero e proprio sopravvissute alla disgrazia. Su quest’area si stanno concentrando oggi le attenzioni dell’Associazione italo-svizzera per gli scavi di Piuro, che pur non intervenendo direttamente con azioni di scavo archeologico, permette a questi luoghi di rivivere, attraverso attività teatrali e musicali che ne esaltano il fascino e la bellezza.
LA STORIA DI BELFORT
I lavori di pulizia dalla vegetazione attorno ai ruderi iniziarono nel 2005. I resti si trovano all’estremità orientale di Borgonuovo, nel territorio di Piuro. L’edificio originario non andò completamente distrutto nella frana del 1618 che cancellò in pochi istanti tutto il fiorente contado, causando la morte di circa 2000 persone. Dalle numerose stampe d’epoca e dalla tela seicentesca conservata a palazzo Vertemate Franchi di Piuro, si può ipotizzare che si tratti di un grande palazzo appartenente a una delle famiglie facoltose della località.
Oggi è quasi lambito dal fiume Mera in sponda destra, mentre prima della frana il corso d’acqua passava più a sud.
COME RAGGIUNGERLO
Gli imponenti ruderi di Belfòrt sono raggiungibili seguendo la strada che, staccandosi dalla Statale 37 all’altezza della cappellina al ponte di Borgonuovo, costeggia il fiume sulla sponda destra. L’ultimo breve tratto, sempre in piano, è agevolmente percorribile solo a piedi, in un suggestivo ambiente naturale. Da qui passa anche la splendida pista ciclopedonale che prosegue poi fino a Chiavenna.
C’é qualcosa di incredibilmente vero nei sogni,
prima ancora di armarsi di pala e piccone
l’immaginario ha scavato dentro di noi.
C’è il bisogno primordiale di far riemergere il nostro passato
drammaticamente sepolto nel profondo nella terra;
c’è l’esigenza di riscattare l’identità perduta
per avere maggior consapevolezza di chi siamo
e guardare al futuro con più fiducia.
Bisogna crederci, qualcuno c’ha creduto
e i risultati ora si vedono.
M.L.