La sala Giacometti-Varlin, annessa al museo, ospita invece un gesso della testa di Alberto Giacometti, realizzato a Parigi nel 1927 da Otto Charles Bänninger e la complementare tela «Natura morta con la testa di Alberto» realizzata da Giovanni Giacometti nel 1929, anch’essa in prestito temporaneo: un singolare confronto tra scultura e dipinto quindi. Sarà questo il punto di partenza della mostra curata da David Wille che condurrà poi il visitatore attraverso una serie di argille e ritratti realizzati da Piero Del Bondio di Borgonovo per terminare in uno spazio dedicato ai giovani dando loro l’opportunità di esporre dipinti legati alla valle.
L’artista Miriam Cahn di Stampa, da sabato 5 giugno, espone al Palazzo Castelmur – FREMD das fremde STRANIERITÀ – seguiranno una serie di incontri serali, a mo’ di tavola rotonda, che affronteranno diversi temi interessanti assieme all’artista.
Il Casello Rosso
All’uscita del villaggio, nel paese di confine di Castasegna, non lontano dell’insediamento Brentan, sul finire degli anni Cinquanta Bruno Giacometti (1907–2012) realizzò, per incarico della Confederazione, una stazione doganale sotto forma di edificio solitario indipendente.
Il «box» poligonale di colore rosso si erge a mo’ di segnalazione sul bordo stradale in declivio e sporge con grande effetto oltre il margine del pendio. L’edificio funge da primo esempio di costruzione prefabbricata in Bregaglia. (Ludmila Seifert, Chur; da: https://52bestebauten.ch/26-fermata-dogana-castasegna/)
L´associazione ´Sala viaggiatori´ presenta l´omonima sede espositiva di Castasegna e il programma della mostra. Il punto di partenza per lo spazio espositivo è costituito dallo spazio del già esistente edificio-padiglione della Sala Viaggiatori (ex stabile dogana). Il locale mantiene senza alcuna restrizione la propria funzione di sala d’aspetto della fermata
dell’autopostale. Per lo spazio espositivo resta inalterata anche la dicitura Sala viaggiatori. L’area espositiva sarà indipendente e speciale già solo per il suo impiego quale sala d’aspetto e per l’impronta del suo volume profilandosi quindi come (il più) piccolo spazio espositivo. Esso verrà animato con mostre tematiche dedicate alle arti visive e alla cultura della vita quotidiana con un approccio interdisciplinare e trasversale.
Le esposizioni vogliono anche collegarsi a ricordi e visioni personali – alla storia, e non proporsi unicamente come occasioni aride e polverose. Una solida elaborazione e presentazione dei temi evita che le mostre dedicate alla cultura quotidiana scadano a semplice intrattenimento. Viene inoltre proposta un’introduzione a ciascuna mostra. La teca espositiva già esistente presenta pubblicazioni correlate al tema dell’esposizione. Queste pubblicazioni e altri libri selezionati invitano a soffermarsi sul tema.
"Occhi che non dormono" nel giardino incantato di Stampa
Il Centro Giacometti di Stampa è il luogo dell’opera dei Giacometti che ispira nuovi segni e diverse forme interpretative della contemporaneità. Qui, nel giardino, l’artista portoghese Rui Chafes ha ideato e realizzato una scultura emblematica e penetrante nei ripidi pendii
bregagliotti. Dell’opera, la curatrice Virginia Marano scrive: La scultura “Occhi che non dormono”, dell’artista portoghese Rui Chafes, trova il suo spazio ideale nel giardino dell’ex albergo Piz Duan. Lo sguardo aspira all’infinito oltre il fiume Maira e i pendii della montagna. Gli occhi percepiscono, vedono e ridisegnano i rapporti con il paesaggio e l’invisibile. Così, l’osservatore si trova immerso in un’esperienza estetica di arte contemporanea, e ne riconosce il profilo tagliente che si sprigiona dalla gabbia “Le Nez” di Giacometti per iniziare un viaggio esistenziale alla ricerca dell’Assoluto.
Chafes visita Stampa in occasione di un viaggio alla scoperta delle radici storiche e culturali di Alberto Giacometti. Riflette, immagina e annota linee e profili fino a trasformarli, nel suo atelier di Lisbona rivolto verso l’oceano, in un disegno metallico, finissimo e nero. Poi, appesa ad un gancio, la scultura vola maestosa tra gli alberi del Piz Duan alla ricerca della sua dimora: il giardino incantato che guarda sul fiume Maira. Ora è un ambiente nuovo e da riscoprire in un’ottica d’arte contemporanea e di cultura internazionale. L´inaugurazione dell’opera è prevista per il mese di giugno 2021.