Il Palazzo Pestalozzi-Salis si trova verso metà di via Dolzino ed è contiguo alle case su di un lato e fiancheggiante un vicoletto sull´ altro.
La costruzione è del XVI secolo, la facciata principale è quella verso via Dolzino, il motivo centrale della composizione è formato dal grande portale in pietra e dal sovrastante balcone. Simmetricamente disposte altre aperture, al piano terra porte ornate da cornici curve e rette, al primo piano finestre con cornici a forte aggetto, sormontate da timpani alternamente spezzati e curvi.
Al secondo piano si aprono finestre circondate da larghe cornici di piccolo spessore, maggiormente decorate rispetto a quelle del primo piano; questo particolare dimostra un successivo intervento nella parte superiore.
Conclude la facciata un ampio cornicione a velette. La facciata verso il giardino (dove si notano una cancellata in ferro battuto e un´edicola del XVII secolo) al piano terra è disegnata una serliana e ai piani superiori due loggiati a triplice apertura, in asse con gli intervalli determinati dalla serliana. Vanno ricordati i saloni con pavimenti lignei, i soffitti con cassettoni molto profondi dipinti sul fondo e le porte massicce ornate da disegni geometrici. Qui dimorò e morì il letterato modenese Ludovico Castelvetro, che era scappato dalla sua città per sottrarsi all´inquisizione. Il suo sepolcro, che si trovava nel giardino retrostante, fu venduto nell´Ottocento alla città di Modena.
Palazzo Pretorio
Luogo di riunione delle magistrature del Comune di Chiavenna e poi sede dei commissari delle tre Leghe (secc. XVI-XVIII).
Interessante è lo stemma di Chiavenna in pietra ollare (del 1619) sopra il portale con epigrafe settecentesco. Sulle pareti esterne, come all´interno, sono stati recuperati parte degli affreschi che ricordavano vari commissari grigioni ed i loro collaboratori, a partire da Fortunato Sprecher che fu anche un attento storico.
Attualmente è sede destinata a suggestiva sede museale del Comune di Chiavenna.
Il Palazzo Pestalozzi è situato nella piazza Pestalozzi nel centro storico cittadina di Chiavenna.
Sulla semplice facciata verso la strada richiamano l´attenzione le finestre tutte incorniciate con spalle, davanzali e architravi in pietra ollare di squisita fattura che volutamente contrastano col rude e scuro intonaco delle pareti.
Quest´architettura libera è sottolineata ancora da due fatti abbastanza sintomatici: il cambiamento di inclinazione in pianta della facciata permette alla luce di riflettersi diversamente sulle pareti e sugli splendidi vetri delle finestre e, in secondo luogo, colpisce il modo in cui termina il palazzo sulla destra in alto, con una profonda spaccatura.
Entrando, passato il portone principale, sotto l´atrio coperto da tre agili crociere s´aprono due porte che portano al di sopra dell´architrave due diversi stemmi: uno con il leone e le iniziali del capo famiglia (GP), l´altro con un albero dal folto fogliame. Da qui partono due scale l´una dirimpetto all´altra, per mezzo delle quali si accede agli ampi locali superiori o alle fresche cantine.
Oltre troviamo un cortiletto quasi pensile sul Mera, sul quale si affacciano le finestre interne, tra le quali si notano quelle del vano scala. Al primo piano si trovano una stüa, locale interamente rivestito in legno e un salone affrescato.
Attualmente il palazzo è di proprietà del comune che ne usa un salone per mostre e manifestazioni pubbliche.
Palazzo Salis è il palazzo principale tra quelli posseduti in Valchiavenna dalla potente famiglia Salis, di origine grigione.
Fu costruito a metà del Settecento in stile barocchetto per volere dei Salis, su progetto forse di Pietro Solaris di Bolvedro (Como), mentre gli stucchi e gli affreschi trompe-l’oeil degli interni sono attribuiti a mestri ticinesi, attivi anche in Valtellina.
Di particolare interesse è il teatrino con balconata, che richiama la sala del palazzo Sertoli a Sondrio, e l’annessa saletta veneziana a est. Nel palazzo si conservavano fino al secolo scorso anche tele della Kaufman, oggi introvabili. Mentre la facciata, rivolta verso la piazza Castello e il palazzo Balbiani, è in stile veneziano, il fianco lungo la via principale è in tutto simile alla tipologia delle altre case, esempio non casuale di rispetto dell’ambiente circostante.
Nell’Ottocento il palazzo ospitò più volte l’arciduca Raineri, viceré del regno lombardo-veneto, fratello dell’imperatore Francesco I. Negli anni Cinquanta e Sessanta di questo secolo fu sede di importanti concerti pubblici.
l Palazzo Balbiani detto il Castello, è situato nella cittadina di Chiavenna.
Si presenta come un blocco compatto in pietra, racchiuso tra due torri cilindriche; la parte centrale della fronte è ricoperta da alte finestre disposte su tre piani.
Palazzo di residenza dei conti Balbiani, feudatari della Valchiavenna, fu costruito prima del 1477; di originario conserva solo le pareti perimetrali e le torri, mentre il resto, abbattuto dai grigioni, fu ricostruito nel 1930.