Pittore e scrittore, Roberto Plevano espone al 103 di via Dolzino a Chiavenna una rassegna permanente delle proprie opere.
Ho incontrato per la prima volta Roberto Plevano in piccolo e accogliente bar di Chiavenna in cima a via Dolzino.
Era la fine di febbraio. Già in precedenza avevo sentito parlare di lui, citato a vario titolo da alcuni amici artisti che condividono la passione per quel gusto creativo che i talenti esprimono su tela o attraverso la materia.
Al telefono, quando ci sentimmo per concordare ora e luogo del nostro appuntamento, avevo avuto la percezione di avere a che fare con una personalità poliedrica, ispirata da una matrice narrativa.
Un’intuizione che è si è rivelata corretta, non appena esauriti i convenevoli. Giusto il tempo di condividere gli spunti della chiacchierata che ha poi portato a questa intervista e Plevano si lascia andare, divenendo un fiume in piena. Ogni tentativo di impostare qualche domanda si rivela ben presto vano. Roberto racconta di sé, della sua vita, dei suoi successi, ma anche dei suoi fallimenti.
Lo fa in modo autentico. Si emoziona mentre descrive gli anni della sua prima infanzia trascorsa a Chiavenna nel grande palazzo che sul finire del ‘500 ospitò Ludovico Castelvetro. Trattiene a fatica le lacrime quando ricorda il padre carabiniere, unico a intuire - una volta trasferita la famiglia a Milano - che per il benessere di Roberto era essenziale per lui mantenere il contatto con Chiavenna e le sue montagne. E’ un racconto liberatorio, quasi necessario, che si può soltanto seguire e assecondare.
A più riprese emerge l’importanza del legame che Plevano ha costruito e tessuto con Chiavenna. In ogni passaggio della sua ricca esistenza - oggi Plevano ha 71 anni - non c’è un singolo elemento che in qualche modo lui non ricolleghi in maniera ordinata a tracce della sua infanzia, agli schemi geometrici che portano alle sue radici.
E la sua pittura esprime proprio questo. A tal proposito il critico Rossana Bossaglia ha scritto: “Plevano traduce in eleganti e preziosi geometrismi le sue riflessioni intellettuali sull’essere e sul vivere (...) ma anche le sue pulsioni più profonde”. E la spinta alla condivisione di tutto ciò è assoluta. Se vi capitasse di passare davanti al civico 103 di via Dolzino a Chiavenna, troverete sempre aperte le porte del palazzo. Solcato l’ingresso, ad accogliervi ci saranno i quadri che Plevano propone in una sorta di galleria permanente per il piacere di raccontare di sé e della sua Chiavenna, a chiunque abbia voglia di ascoltare con gli occhi. Se poi avrete la fortuna di incrociarlo durante uno dei suoi soggiorni chiavennaschi, non dubitate che sarà lui ad aprirvi il suo mondo.