Oreste Forno
L´alpinista Guardiano
Personaggi del calibro di Oreste Forno, non sono comuni e non si incontrano tutti i giorni.
Alpinista, scrittore, documentarista e - non da ultimo - guardiano delle dighe, con i suoi 65 anni di vita vissuta intensamente, Oreste rappresenta lo stereotipo irripetibile dell’esploratore che a cicli alterni si reinventa e si ri-progetta, intraprendendo nuove sfide e nuove imprese. “Cerco di vivere sempre esperienze diverse, che siano per me sempre appaganti” puntualizza all´inizio della nostra chiacchierata.
Spirito alpinista
Chi mastica la montagna ad un certo livello, conosce molto bene le imprese che hanno reso celebre il nome di Oreste a livello internazionale. Dopo una parentesi di lavoro negli Stati Uniti, decide di mollare tutto e trasferirsi sull’Hymalaya, dove vi resta per circa 8 anni. Qui scala le più alte montagne della Terra, realizzando diverse ascensioni a quote elevatissime, moltissime nei panni di capo-spedizione. “E’ stata una fase della mia vita molto preziosa, privilegiata direi - ricorda -. Ho accompagnato in vetta moltissimi alpinisti e ho trascorsi anni intensi in un habitat spirituale, che porta l’uomo ad avvicinarsi alla parte più intima e profonda del pianeta e del proprio animo”.
Scrittore di successo
La vita di Oreste è un continuo susseguirsi di trasformazioni. Consumata l’esperienza sull’Himalaya, ritorna in Italia e dà seguito a quel profondo desiderio di raccontarsi. Lo fa attraverso i libri. Comincia così a scrivere. Alle fine saranno 21 i titoli che darà alle stampe, tra romanzi, saggi, libri autobiografici e raccolte fotografiche. Tra le opere di maggior successo figurano "Sherpa conquistatori senza gloria", "L´altra montagna" (4 ristampe) e "Battistino Bonali, grazie montagna". E poi c´è "Guardiano di dighe. Il lavoro più bello del mondo (Bellavite Editore, Missaglia, 2012)" che ha ottenuto molteplici apprezzamenti di pubblico e di critica. In questo libro Oreste racconta molto di sé, delle sue riflessioni, dei progetti maturati durante le ore trascorse in solitudine nell’impianto di Moledana, in Val dei Ratti, all´estremità orientale del Tracciolino poco sotto quota 1000 metri.
Val dei Ratti
Per incontrare Oreste bisogna salire la strada tortuosa che da Verceia, si arrampica incuneandosi nella stretta Val dei Ratti. L’invaso è protetto da uno sbarramento alto 37 metri, che contiene circa 100.000 mc di acqua. In questo eremo, Oreste matura le prossime sfide. “A 65 anni prendo cosapevolezza di nuove esigenze e esperienze. Sono vicino a casa mia, a Monastero di Berbenno, leggo e scrivo moltissimo oltre ad occuparmi della diga. Nel tempo libero mi dedico alla natura: sto completando un lungo lavoro dedicato alla Val dei Ratti che vorrei stampare a breve. E nel frattempo, sto producendo materiale video per un documentario dedicato alla fauna alpina”.
Riprese in quota
Oreste racconta con entusiasmo le sue ultime riprese. “Mi affascina moltissimo il ritorno dell’orso sulle Alpi. Appena posso vado in Trentino per osservare nel suo habitat gli esemplari monitorati lassù e effettuare le riprese che mi servono. E’ un animale straordinario, certamente tra i miei preferiti, vive in solitudine e non è aggressivo. Tempo fa è stato avvistato anche qui, in Val dei Ratti. Il suo ritorno, insieme a quello del lupo, rappresentano un’opportunità straordinaria che la natura ci sta offrendo”.