Chiavenna

Infopoint Chiavenna

23022 - Chiavenna (SO) Piazza Caduti della libertà, 3
T 0343 37485
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Da lunedì a venerdì: 9:00-12:40 e 14:00-18:00
Sabato: 9:00-12:40 e 14-18:50
Domenica: 10-12 e 14:30-18


 






consorzioturistico@valchiavenna.com
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Madesimo

Infopoint Madesimo

23022 - Madesimo (SO) Via alle Scuole
T 0343 53015

Aperto tutti i giorni 9:00-12:30 e 15:00-18:00

Infopoint Montespluga
6-7, 13-14, 20-21, 27-28 luglio
3-4, dal 10 al 18, 24-25 agosto
Dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17




 


 


 

 

 



info@madesimo.eu
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Campodolcino

Infopoint Campodolcino

23022 - Campodolcino (SO) Via D.R. Ballerini, 2
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Prendimi per mano portami in un sogno

Che sia illuminato da un sole splendente o bagnato dalla pioggia il suo fascino non cambia: il paesaggio del Lario conquista al primo sguardo. Può trattarsi di sentimento di gioia o malinconia, la contemplazione delle sue acque permette di smuovere l’animo dello spettatore dando la possibilità alle emozioni più recondite di riemergere. L’Alto Lago di Como è ricco di scorci romantici capaci di suscitare sensazioni particolari in qualsiasi osservatore sensibile alle bellezze della natura. Pure Leonardo da Vinci ne è rimasto incantato, tanto da scegliere queste montagne per lo sfondo della sua famosissima “Ultima Cena”, che pare sia stato ispirato dal paesaggio ammirato durante un soggiorno nella tranquilla Abbazia di Piona. Pur avendone esperienza quasi quotidiana, sono moltissimi i panorami che sanno toccare le corde del mio cuore. Quando mi è capitato di vivere per certi periodi all’estero ogni ritorno in terra natia era per me fonte di serenità.
 
Appena riuscivo ad intravedere il riflesso del mio lago iniziavo a stare meglio, per dirla col nostro dialetto “me se slargava el coor”, ovvero “mi si allargava il cuore”, inteso come un ritrovato benessere solamente grazie a ciò che mi si presentava di fronte agli occhi. Non mi stancherò mai di contemplare il sontuoso Palazzo Gallio e la suggestiva chiesa di Santa Maria del Tiglio a Gravedona, quella di San Gottardo a Dongo, Sant’Eufemia a Musso, le località montane di Melbia, Tabbiadello e il Giovo, solo per citarne alcuni. Ce ne sarebbero davvero troppi per essere contenuti in questo spazio, quindi non mi resta che soffermarmi su quelli che considero i miei luoghi del cuore, quelli che mi riportano alla memoria i sorrisi spontanei delle ingenue estati fanciullesche. Quelli dove posso dire di sentirmi come a casa.
 
La cornice di questo scenario è lo splendido golfo di Gravedona con la sua aura pittoresca scandita dal susseguirsi di dimore dai colori armoniosi. È Pra´ Castello, un sopraelevato belvedere che si trova a pochi passi dal lago, vicino al celebre Palazzo Gallio. Il bacino lacustre appare come una lastra riflettente racchiusa da un ben definito contorno di alture. Il monte Legnone dirimpettaio si impone maestoso di fronte alla veduta e, con la sua geometria quasi perfetta che ricorda una piramide, rende il panorama uno spettacolo ineguagliabile. È qui che si può percepire la differenza tra il concetto più arido di spazio e quello più sentito di luogo: un contenitore di emozioni dove i ricordi più belli fanno capolino nella memoria e dove la fantasia vaga leggera. La tranquillità che regala la visione di uno scenario simile permette all’osservatore di dare libero sfogo ai propri pensieri e lasciarsi ispirare, rimbalzando da un
sogno all’altro. Quando si giunge in Pra´ Castello la foga di godere dell’esteso panorama ha la
meglio ed è solo in un secondo momento che ci si accorge della loro fondamentale presenza: eccole lì, le panchine, custodi di sentimenti, sensazioni piacevoli, attimi rubati e ricordi vividi.
Ci ospitano quando siamo contenti e ci accolgono quando siamo tristi, ci permettono di far scorrere l’immaginazione e di rigenerare lo spirito. Quando il paese dorme, tutto tace e da queste sedute si avverte solo il brusio delle onde che riecheggiano le risa delle allegre serate trascorse in compagnia del primo amore. La Chiesa di Santa Croce sorge a Naro, piccolo borgo montano nel territorio gravedonese ad un’altezza di 690 metri. Le romantiche onde del lago sono lontane, ma i pensieri possono comunque fluire cullati dal fruscio del vento che si insinua nel bosco che circonda questo locus amoenus.
 
Apertura: questa è la sensazione da cui si viene travolti dopo aver varcato il portale che funge da accesso alla proprietà ecclesiastica. Lo sguardo parte dalla bassa Valtellina e raggiunge Bellagio, famoso spartiacque dove si intravedono i due rami lacustri che si dipartono verso le città di Como e Lecco. Una volta raggiunta la località è appagante liberarsi da tutti i pesi, fisici e non, accomodandosi sulla panchina sistemata a ridosso della costruzione e abbandonarsi ai pensieri più gradevoli. È il luogo ideale per rievocare momenti felici del proprio passato e sorridere fantasticando sui passi futuri.
 
In fin dei conti sono loro le protagoniste, le panchine, inconsapevoli e partecipi testimoni di scene di vita quotidiana. Non a caso sono sistemate nei luoghi più autentici, e quale scenografia migliore se non quella del panorama del lago più bello del mondo? Reminiscenze emozionanti si fanno vive e prendono il sopravvento in una rincorsa di associazioni stimolanti. Carezze accennate, dita che si sfiorano dolcemente e profumi delicati si intrufolano senza prepotenza nella mente e fanno breccia nel cuore. L’anima si apre a un dialogo interiore profondo e si appresta a interrogarsi circa i dubbi di un passato non troppo lontano. Il panorama sembra non avere limiti, nulla ostruisce la vista, ecco perché qui ci si ritrova facilmente in pace. Cari lettori, l’Alto Lago di Como è costellato di scenari meravigliosi e altrettanto favolose panchine, tocca a voi scovare tra le coste e le vallate lariane un luogo del cuore e farlo vostro. Ma fate attenzione, potreste innamorarvene.


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