Campodolcino sorge nel cuore della Valle Spluga. Qui la vasta e lunga piana è tagliata a metà dal torrente Rabbiosa che sfocia vicino alla chiesa parrocchiale, dove il corso d’acqua è sormontato dal bel ponte in pietra a doppia arcata chiamato “romano”, anche se risalente al XVII secolo. Il nome Rabbiosa fa capire bene il carattere irruente di questo torrente che nel passato ha causato diverse inondazioni ed oggi si trova costretto in possenti arginature. Il tratto terminale del Rabbiosa - tra il ponte di Fraciscio (1300 metri) e il ponte romano - è molto particolare e interessante, in quanto si addentra in una stretta e profonda gola intagliata fra pareti strapiombanti levigate dalla forza dell’acqua che in poche centinaia di metri ha creato una fitta sequenza di marmitte fluviali, cascatelle, bolle e scivoli per poi diventare una bella cascata alle spalle del ponte romano.
Il luogo sprigiona un fascino spettacolare, in un ambiente primordiale e umido dove la natura ha dovuto ambientarsi alla mancanza di luce. Nel 2002 l’area della forra è stata riconosciuta “Monumento naturale” dalla Regione Lombardia per il suo alto valore naturalistico e idrogeologico. La forra è stata incisa dal torrente subglaciale del vasto ghiacciaio dello Stella-Groppera tra 20.000 e 11.000 anni fa. Il sentiero della Caurga, che risale la parte destra idrografica della forra, è attrezzato con una serie di pannelli didattici che mostrano le fotografie della parte più stretta della gola, in gran parte nascosta alla vista. Nella primavera di quest´anno è stato inaugurato il ponte tibetano della Caurga che con i suoi 70 metri di lunghezza permette di osservare la parte iniziale della gola caratterizzata dalla successione di cascatelle e pozze. Il torrente poi compie una brusca sterzata verso sud-ovest e si immette nel tratto più stretto della Caurga, che in alcuni punti non supera i 2 metri di larghezza.
L’anello escursionistico permette ai visitatori di partire dal ponte Romano, risalire il sentiero della Caurga e poco prima del paese di Fraciscio attraversare il nuovissimo ponte tibetano e ridiscendere a Campodolcino sul sentiero del Moladino, che in alcuni tratti interseca la strada comunale.
Il percorso non presenta difficoltà, si compie in circa un’ora ed è adatto a famiglie con bambini. Nel novero dei luoghi speciali del territorio da condividere, consiglio di visitare questo itinerario, utile ad ammirare gli effetti della forza erosiva espressa dall´acqua in migliaia di anni, oltre che permettere di godere di tutta la bellezza che questo angolo della nostra valle riesce ad esprimere. A margine, per chi volesse approfondire l’escursione, è possibile visitare anche il Museo della Via Spluga e della Val San Giacomo (Muvis), situato nel centro del paese. Le sale propongono tante testimonianze legate alla storia e alla presenza dell’uomo in questo territorio, proponendo percorsi suggestivi e inconsueti.