Dieci cose da sapere. Informazioni preziose per chi intende raggiungere il lago in sella ad una bici.
Non è la prima volta che su ValchiavennaVacanze diamo spazio al Pian dei Cavalli e all’itinerario che sale verso il Lago Bianco. Quello che parte da Campodolcino e raggiunge il bacino naturale è uno tra i percorsi più frequentati dalle biciclette (mtb ed e-bike) durante la bella stagione. Parte dal centro del paese (1.070 metri) e termina sulle rive del bacino naturale a quota 2.323 metri, per un totale di circa 16 chilometri dei quali circa la metà su terreno asfaltato. Sgombriamo subito il campo da equivoci: è un percorso impegnativo. Ecco perché prima di montare in sella è opportuno tenere a mente alcune cose che riassumiamo qui di seguito con l’aiuto di due esperti del calibro di Adam Quadroni e Stefano Tam.
Acqua potabile.
Partendo da Campodolcino (1070 mt.) si incontrano lungo il percorso varie fontane. L’ultima è all´Alpe Toiana, poco sopra San Sisto. Ci sono poi molti ruscelli e fiumiciattoli, ma è preferibile avere con sé una scorta sufficiente per l’intera giornata.
Mai fidarsi del meteo.
Siamo in montagna e capita che anche le previsioni più affidabili possano rivelarsi sbagliate. Il percorso verso il Lago Bianco si sviluppa in un ambiente molto esposto alle correnti alpine. È importare partire presto la mattina per avere tutta la giornata a disposizione per gestire eventuali imprevisti metereologici. È consigliabile avere con sé una giacca antipioggia e indumenti a maniche lunghe e corte.
Non c’è assistenza meccanica.
Se capita qualcosa lungo il percorso ci si deve arrangiare: l´unico punto di assistenza è a Campodolcino, dove ha origine l’itinerario, nei luoghi di noleggio. È bene quindi avere sempre con sé tutto l’occorrente per affrontare piccole riparazioni, incluse le forature.
Non è un percorso per le gravel.
La via verso il Lago Bianco è un percorso per MTB, con parecchi punti tecnici e tratti pietrosi e ghiaiosi. È meglio avere gomme tassellate e ammortizzatori per vivere un’esperienza piacevole. Non è vietato farlo con le gravel, ma sappiate che probabilmente in alcuni tratti occorrerà scendere e spingere.
Ricarica le batterie.
Il percorso è molto battuto anche da coloro che si muovono con i modelli a pedalata assistita. È bene sapere però che una volta lasciato Campodolcino, non ci sono punti di ricarica per le
batterie. Per cui, va bene l’ebike, ma usatela con parsimonia.
Occhio alla segnaletica.
I segnapasso ci sono, ma occorre cercarli bene. Il tracciato è ben segnalato, ma una volta raggiunto il Pian Dei Cavalli occorre prestare attenzione alle strisce rossobianco-rosso dipinte sulle rocce. Per non sbagliare, seguite la traccia gps sul vostro ciclocomputer.
Il telefono prende.
La salita al Lago Bianco è un´esperienza molto intensa, che va vissuta con molta attenzione.
Seppure l’itinerario si sviluppi tutto in alta quota, conforta sapere che tutto il percorso è servito da segnale telefonico. Un’ottima notizia per gestire le emergenze. Tuttavia, visto il contesto in cui vi trovate, suggeriamo di prendere raramente in mano il telefono godendo il panorama.
L’altitudine.
Il punto più alto del percorso è il Lago Bianco, a 2.323 mt. Per chi se la sentisse c’è la possibilità di salire a piedi fino ai 2.350 mt. del vicino passo del Baldiscio.
Il Buco del Nido.
La zona del Pian dei Cavalli ha un’origine carsica. Lo testimonia il Buco del Nido a 2.157 mt., in cui ci si imbatte poco distante al percorso. Quella che all’apparenza potrebbe sembrare una comune cavità rocciosa, è l’ingresso ad un ramificato sistema di gallerie profonde fino a 30 metri, lungo le quali scorrono torrenti sotterranei. Una destinazione estremamente complessa, che richiama nella zona molti appassionati di speleologia.
L’alternativa per il rientro.
Per chi volesse allungare un po’ la strada del rientro, l’alternativa è seguire la deviazione per Isola posta a circa metà del Pian dei Cavalli. Attenzione perché la palina si mimetizza con l´ambiente circostante.