ACQUA MERLA
IL LUOGO IN CUI TUTTI TORNANO BAMBINI
Arrivarci è molto facile. In fondo a Campodolcino, a poca distanza dal torrente Liro, di fronte al campeggio e prima di prendere la strada che conduce alle frazioni di Starleggia e Splughetta, c’è un grandissimo prato verde in pendenza. Questo luogo è conosciuto come l’Acqua Merla.
Se le indicazioni non sono chiare, non preoccupatevi, per trovarlo e raggiungerlo basta rizzare le orecchie e seguire le risate dei bambini. Il brusio dei villeggianti e il suono delle altalene faranno il resto. Stiamo parlando di un parco giochi. Ma non uno qualsiasi. Questa oasi di verde ha visto molte generazioni giocare e crescere insieme perlopiù trascorrendo le vacanze estive. E se il tempo è passato, i bambini sono diventati adulti e le generazioni sono cambiate, il parco è rimasto sempre lì con la sua magia, capace di far sentire tutti bambini.
L’Acqua Merla deve il suo nome all’omonima sorgente oligominerale che sgorga in cima al parco e che, se per la sua bontà è già citata sui libri di storia fin dal 1186, per le generazioni dagli anni 70-80 ad oggi è sinonimo di “pista delle biglie”.
Tutti conoscono quel lungo “serpentone” che, come un sentiero di alta montagna, trasporta l’acqua dalla sorgente a valle. Guardando più attentamente, l’acqua canalizzata non sembra essere limpida, ma una sorta di arcobaleno: sono le palline rimbalzine in gara tra loro che scendono verso il traguardo ognuna seguita da vicino per tutto il tragitto dal proprio “capitano”.
Questo gioco c’è sempre stato e ha accompagnato ore e ore di tutti noi. Una volta c’erano le biglie di ferro e di vetro, ma si sa i tempi cambiano. A non mutare è il “serpentone” che negli anni ha ricevuto qualche rinforzo sulle curve paraboliche, alcune trasformate in gallerie, aumentando la suspense e i sorpassi.
Chi ha la fortuna di imbattersi per la prima volta in questo parco in una calda giornata di agosto si troverà davanti uno spettacolare colpo d’occhio e la prima domanda sarà “sono in montagna o al mare?” Villeggianti e residenti trascorrono qui ore di relax, crogiolandosi al sole o impegnati in pic-nic con amici e parenti. I bambini in costume da bagno nelle sabbionaie sono 17 impegnati a costruire castelli e di tanto in tanto si fanno un bagnetto nella vasca che fa da arrivo al serpentone.
Complice l’ampio parcheggio, l’omonimo chiosco, il vicino campeggio e la posizione strategica che lo vede baciato dal sole fin dalle prime ore del mattino oltre che trovarsi adiacente ad un tratto della Via Spluga che si innesta nel percorso vita della Via dei Lamponi, questo parco è il fiore all’occhiello di Campodolcino e dei suoi fortunati frequentatori.
Venite a scoprirlo!
Testo di Roberto Geronimi