Con la nascita del traforo del S. Gottardo e in seguito ai cambiamenti nel quadro economico commerciale internazionale, negli anni Cinquanta il valico perse gradatamente importanza strategica, trasformandosi in pratica in una via di accesso alle mete turistiche.
Proprio da questa piana si diparte l’escursione che vi proponiamo e che consente un doppio accesso; dalla Val Schisarolo o per la Val Loga.
Anello del Cardinello
Pianificando opportunamente la gita potremo tracciare una sorta di anello intorno al monte Cardine, percorrendo così entrambe le vie. L’itinerario è privo di difficoltà alpinistiche, ma piuttosto lungo, è quindi necessaria una discreta preparazione atletica. Lasciata l’auto nel comodo parcheggio nei pressi del rifugio Stuetta, raggiungiamo e superiamo il muro della diga (1905m).
Al cartello indicatore, ci dirigiamo verso est costeggiando il versante meridionale del monte Cardine su sentiero pianeggiante. Apprezzando la magnifica vista sulla valle del Cardinello e su tutta la valle, superiamo le baite di Le Mede e ci inoltriamo nella scoscesa valle Schisarolo.
La salita diventa più impegnativa: risaliamo erti crinali attraversando alcuni ruscelli e sempre su tracce ben visibili, guadagniamo il vallone ai piedi del ghiacciaio del pizzo Ferrè che incombe alla nostra sinistra. Agevolati da bolli segnavia e ometti di pietra, ci dirigiamo invece a nord-ovest per morene e detriti verso la già visibile bocchetta del Ferrè e in breve al bivacco (2750 m).
Il bivacco
Interamente rifatto a cura del CAI Valle Spluga e inaugurato il 9 agosto 2009, il Cecchini ostenta una robusta struttura in legno che, già a prima vista, infonde una gradevole sensazione di calore. Accogliente e funzionale, l’interno è arredato con una bella cucina e nove posti letto. Posizionato sulla dorsale che divide la Val Schisarolo dalla Val Loga, offre una splendida vista sul vicino Pizzo Ferrè. Superbo a nord il Tambò. Riposante a est la prospettiva sulla Val Loga e il lago di Montespluga, sovrastati dalla mole del Pizzo Suretta.
Completiamo ora il nostro anello scendendo per la Val Loga. La direzione è evidente e comunque sempre presenti i segnavia bianchi e rossi. Dapprima su ripidi sfasciumi e roccette poi su rapidi tornantini su terreno morenico. Perdiamo velocemente quota declinando alcuni dossi, abbassandoci tra pascoli e detriti alluvionali.
Aggirato un ultimo dosso, il sentiero ora ben marcato digrada dolcemente per pascoli, attraversando una serie di corsi d’acqua sino allo sbocco della valle.
Testo e fotografie di Enrico Minotti e Roberto Moiola