Lunedi, mercoledi e domenica: 9-12.30
Venerdì: 15.00-18.00
Sabato: 9-12.30, 15.00-18.00
Martedì e giovedì: chiuso
a cura di Guido Scaramellini
Centro Studi Storici della Valchiavenna
foto di Stefano Gusmeroli www.gusme.it La Valle dei Ratti è un angolo incantato che si arrampica sopra il Lago di Mezzola
L’autunno è una stagione meravigliosa per compiere un’escursione in questo luogo ancora intatto, dominato dal borgo di Frasnedo, a 1290 metri di quota. Resterete affascinati dalla magia del paesino arroccato sulla sponda del monte, al quale Legambiente ha assegnato il premio Bandiera Verde per aver promosso un’iniziativa finalizzata a riqualificare i pascoli e contrastare l’abbandono delle pratiche agricole. Per raggiungere Frasnedo è necessario lasciare l’auto a Verceia. Si prosegue a piedi per circadue ore, seguendo la mulattiera che sale in quota dolcemente. Nei boschi della Valle dei Ratti predomina il castagno. Il panorama che si gode durante la salita è suggestivo e domina lo specchio del lago fino in fondo alla Valchiavenna. A un certo punto del cammino incontrerete una cappelletta circondata da grandi aceri: è il segno che ormai mancano pochi passi alla meta. Frasnedo è un borgo ben tenuto e curato. I suoi viottoli in pietra conducono alle abitazioni alpine, molte delle quali sono state ristrutturate. Dopo il Cinquecento il paese cominciò ad essere abitato tutto l’anno. Da visitare è la chiesa dedicata alla “Madonna della neve”, eretta nel 1677 e benedetta il 4 luglio 1686. Può meravigliare la presenza di tante chiese anche nei paesi più piccoli in tempi in cui la povertà la faceva da padrona. Bisogna ricordare che, se le risorse erano scarse, grande era la fede in coloro che ci hanno preceduto e che, lavorando gratuitamente alla costruzione dell’edificio a seconda delle possibilità, ci hanno regalato queste importanti testimonianze storiche. Non bisogna pensare che la costruzione di queste chiese fosse celere: si procedeva anzi lentamente, com’era allora il ritmo di vita, facendo – come si dice – il passo secondo la gamba e avanzando a mano a mano che se ne creavano le possibilità. Spesso si chiedeva al vescovo il permesso di benedire la chiesa quando ancora era in piedi solo l’abside. Per non parlare dei campanili, che in più casi furono aggiunti a distanza di secoli, come avvenne anche per Frasnedo, dove la torre è del 1844. A Frasnedo toccò la sorte di quasi tutti i paesi cresciuti sui pendii dei monti, in un periodo in cui la popolazione nelle Alpi era aumentata e si aveva necessità di trovare nuove terre: dopo la metà del secolo scorso, questi nuclei sono andati spopolandosi, diventando località di villeggiatura
abitati per lo più da parte degli eredi di coloro che lassù, per secoli, strapparono alla natura la possibilità di sopravvivenza. E la festa della “Madonna delle neve”, che si celebra il 5 agosto, è l’occasione per ricostituire idealmente la comunità, nel grato ricordo di coloro che ci hanno preceduto. |
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Rifugio Frasnedo
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