Testo e foto di Roberto Ganassa
Mi ha sempre affascinato pernottare in montagna, che sia tenda, bivacco o rifugio è lo stesso basta andare, ancora di più da quando nella mia vita è subentrata la fotografia, perché in questi frangenti si ha la possibilità di ammirare il variare della luce (giorno, tramonto, ora blu, notte e alba) in un solo colpo e semplicemente uscendo dalla porta.
In val dei Ratti, ma più precisamente al bivacco Primalpia c’ero passato alcuni anni fa e da quel giorno mi ero ripromesso che prima o poi ci avrei pernottato visto la bellezza sia del luogo molto isolato oltretutto, che le ottime condizioni del bivacco stesso. Viste le alte temperature e la scarsità di neve di fine primavera 2015, io Tita e Gualtiero decidiamo che è giunta l’ora di inaugurare il primo pernottamento in modalità estiva, dunque il 15 maggio si parte, come sempre appesantiti dall’enorme zaino contenente sia attrezzatura fotografica che cibi e bevande a volontà (non ci facciamo mancare nulla). Non saliamo fin dove possibile con l’auto ma parcheggiamo più in basso, prima del divieto di transito, possibile solo con permesso che però non abbiamo acquistato. Giunti alla prima tappa, cioè al bellissimo paesino di Frasnedo, in piazzetta della chiesa ci aspetta una pausa caffè offerto dall’amica e forte escursionista Patty Oregioni dopo la sosta riprendiamo il cammino inoltrandoci nella valle isolata, sappiamo che il percorso è ancora lungo ma sinceramente non ci preoccupa particolarmente la distanza quanto il peso costante che abbiamo sulle nostre spalle, la voglia di appoggiare lo zaino è tanta ma comunque procediamo tranquilli sul bel sentiero sostando ogni tanto per qualche foto soprattutto nei pressi dei bellissimi alpeggi che attraversiamo. Poco prima di giungere al bivacco, incrociamo i nostri 3 amici: Mario, Simona e Degia che ci hanno accompagnato per circa metà percorso ma poi ci hanno staccato per raggiungere il Primalpia per poi ridiscendere a valle ognuno a casa propria perdendosi la nottata con noi.
Finalmente dopo alcune ore raggiungiamo il nostro hotel Primalpia, tutto per noi, poggiamo la zavorra di zaino che abbiamo sulle spalle e apriamo la nostra casetta…. stupenda sia dentro che fuori. Apparecchiamo la tavola all’aperto per uno spuntino veloce, che spettacolo, qui il cibo e la birra che abbiamo messo nel torrente per raffreddarla ha un sapore totalmente diverso. Finito lo spuntino, riprendiamo la salita (questa volta senza zaino) in direzione del lago Marzel, 2296 m, uno dei pochi laghi di Valtellina e Valchiavenna sfuggiti alla mia visita; lo raggiungiamo credo in circa 45 minuti, ma non so di preciso, non sono mai attento agli orari, abbiamo improvvisato il percorso per evitare la neve ancora presente nei punti riparati o dove è stata accumulata dalle slavine. Giungiamo alti sopra il lago che si presenta ancora parzialmente ghiacciato con delle stupende chiazze turchesi. Dopo l’obbligatorio periplo del lago e alcuni scatti, decidiamo di ridiscendere alla nostra casetta nonostante la voglia di attendere il tramonto da qui sia tanta. Siamo giù in poco tempo, ora l’orario è buono per cominciare a preparare aperitivo e cena stando però sempre attenti al cielo che infatti ci regala uno stupendo tramonto; allora facciamo avanti e indietro tra bocconi e scatti. Dopo il tramonto c’è una breve pausa fotografica dove approfittiamo per il caffè, poi è il momento dell’ora blu che anticipa la sezione notturna, la stellata è ovviamente fantastica, dunque continuiamo con gli scatti, ognuno cerca la sua postazione migliore per fotografare fino a che possiamo dormire sonni tranquilli, anzi oserei dire tranquillissimi, l’unico suono che ci accompagna nella notte è quello dei torrenti, una ninna nanna dolcemente naturale. Visto il periodo, l’alba si presenta molto presto dunque verso le 5 cominciamo a uscire per osservare e fotografare nuovamente il variare della luce del nuovo giorno, la sensazione nell’aprire la porta e trovarsi davanti un panorama cosi’ è inspiegabile, bellissimo. Fotograficamente l’alba non è stata cosi’ interessante come il tramonto, ma non importa, la sensazione è sempre stupenda.
Con calma facciamo colazione, poi a metà mattina ci incamminiamo verso nord in direzione del rifugio Volta cosi da compiere l’anello della valle, a circa metà percorso, precisamente “al Mot“ e facciamo uno spuntino appoggiandoci ad un tavolino posto in una posizione a dir poco eccezionale. Riprendiamo il cammino giungendo al rifugio Volta, posto in un anfiteatro enorme dominato a ovest dal famoso Sasso Manduino e a nord dal pizzo Ligoncio raggiungibile senza grosse difficoltà in non più di 2 ore, infatti alcuni anni fà con l’amico Tita e Max avevamo pernottato proprio qui raggiungendo la vetta alle 8 del mattino. Dopo una merenda al Volta, sappiamo che ci aspetta una lunga discesa, ci avviamo attraversando prima l’alpe Talamucca e giù sul ripido sentiero che ci fa perdere velocemente quota passiamo successivamente l’Alpe Camera, poi tranquillamente raccordiamo il sentiero di salita e raggiungiamo il rifugio Frasnedo dove è obbligatoria una sosta per un paio di birre fresche, ora ci siamo idratati, possiamo avviarci verso la macchina. Tutte le volte che passerò nei pressi di Verceia mi tornerà in mente questo splendido weekend passato al bivacco Primalpia in compagnia della natura, della solitudine e dell’amicizia.
E voi cosa aspettate?