Foto e testi di Enrico Minotti,
con la collaborazione di Consorzio Alpe Foppaccia
Ci sono luoghi in Valchiavenna, in cui l’arrivo della stagione primaverile esprime una magia speciale. La Foppaccia è uno di questi.
Da marzo a fine aprile, amo arrampicarmi quassù con la mia macchina fotografica, godendo nelle belle giornate di sole, di tutta la bellezza che sprigiona questo angolo sulla sponda che sovrasta Verceia.
Siamo a 1050 metri sul livello del mare. Tuttavia, la favorevole esposizione soliva garantisce un microclima ben diverso rispetto ad altre località alpine, poste alla medesima quota. Le fioriture dei ciliegi coincidono con quelle delle medesime piante che crescono a valle. Una delizia per gli occhi, a cui fa da cornice un panorama che non ha eguali.
Le foto che ho selezionato per questo servizio descrivono bene ciò che provo a raccontare a parole. Foppaccia è raggiungibile in auto, purché si abbia provveduto al pagamento del permesso d’accesso disponibile nei bar del paese a 5 euro. Questo un tempo era un maggengo dove il pascolo di mucche, pecore e capre unite al taglio di legna di qualità, consentivano una difficile seppur dignitosa esistenza.
A Foppaccia sorge una chiesetta dedicata a Sant’Anna. Un tempio umile e semplice, ben conservato, caratterizzato dal campanile, posto sul davanti e staccato dal corpo della chiesa. Mi diverto ad osservarlo, con quel leggero profilo “a botte”, tanto da sembrare il gambo di un fungo porcino. Se avete modo di capitare quassù nell’ultima domenica di luglio, quando si celebra la Festa di Sant’Anna, è possibile rivivere l’atmosfera che un tempo si respirava durante la celebrazione patronale. Ne godrete nel corpo e nello spirito.