foto e testo a cura di Enrico Minotti
Uno splendido itinerario, lontano dalle mete estive più conosciute e frequentate, ma assolutamente remunerativo in quanto a paesaggio e - per dirla in inglese - wilderness.
Il lago della Ruota - a 2372 metri di quota - è incastonato come un diamante nel granito, 300 metri sotto la cresta del Calcagnolo a Sud del Rifugio Chiavenna. Siamo nel territorio di Campodolcino, in Valle Spluga, a poca distanza dall’alpeggio dell’Angeloga. Quella che vi propongo in queste pagine è un´escursione per palati fini, impegnativa non tanto sul piano fisico, comunque importante visto che si affronta un dislivello positivo di circa 1100 metri, quanto per le difficoltà di orientamento. Infatti, purtroppo, dalla valle dei Mortè al lago della Ruota la segnaletica è carente o assente del tutto, e salvo rari “ometti” di pietra, occorre affidarsi al “senso” di orientamento e all’altimetro.
Partenza
Lasciata l’auto nelle vicinanze del cimitero di Fraciscio, si raggiunge a piedi il Rifugio Chiavenna all’Alpe Angeloga in circa un’ora e mezza di cammino, coprendo circa 700 metri di dislivello. Dal rifugio si punta verso a Sud: aggirato il lago di Angeloga, un sentiero in discesa accompagna nella Val dei Mortè (1980 m), accidentata conca detritica del versante occidentale del pizzo Stella. Guadando una serie di torrentelli, attraversato il vallone, ci si porta ai piedi dei primi contrafforti rocciosi che caratterizzano il versante nord della cresta del Calcagnolo. Lasciamo il sentiero che ora volge decisamente a Ovest, per risalire intuitivamente a Sud, seguendo rare tracce tra cenge naturali e magri pascoli. Da qui ci viene in aiuto l’altimetro. Tenendo sempre di fronte a noi (Sud) la cresta del Calcagnolo, individuiamo un tormentato sperone roccioso alla base del quale, invisibili fino all’ultimo istante, scintillano le silenziose acque del Lago della Ruota. Vista l’esposizione e la quota, non è escluso lo si possa ammirare ancora ghiacciato, anche solo parzialmente. Libero da lastre bianche, offre splendidi riflessi del pizzo Groppera e del pizzo Stella, per non dire della grandiosa vista su tutta la valle e delle Alpi Lepontine.