Lunedi, mercoledi e domenica: 9-12.30
Venerdì: 15.00-18.00
Sabato: 9-12.30, 15.00-18.00
Martedì e giovedì: chiuso
La Val Febbraro che andremo a percorrere, con i suoi angoli suggestivi, le cascate, gli splendidi alpeggi, il torrente stesso, quasi impone una sorta di gaia leggerezza, predisponendo l´animo alla tranquillità e alla contemplazione. L´itinerario che andiamo a proporre, sebbene in veste invernale e con le ciaspole ai piedi, non ci impedirà momenti di riflessione e approfondimento sull´aspetto storico e culturale. L´escursione si diparte da Isola (1253m) nel comune di Madesimo presso il lago artificiale nel cuore della Valle del Liro. Il paesino, la cui originale toponomastica è dovuta al fatto che anticamente sorse su una vera e propria isola circondata da terreni paludosi, è caratteristico e piacevole ma parzialmente penalizzato dalla presenza dell´ingombrante centrale idroelettrica. Raggiungiamo percorrendo un´erta salita con il fondo in pavè la bella chiesetta del 1400 dedicata ai santi Martino e Giorgio. Da qui è possibile seguire la strada consortile, nel periodo estivo aperta ai soli mezzi dotati di permesso, oppure salire direttamente per dossi innevati sino a raggiungere il ponte (1487m) che attraversa il torrente Febbraro. Siamo ora proprio all´imbocco della valle, delimitata a nord dalle pendici dapprima boscose e poi prative dei P.zi dei Piani, e a sud dai terrazzamenti del Pian dei Cavalli. Sul versante settentrionale subito dopo il ponte è interessante visitare l´alpeggio di Cà Raseri dove si potranno ammirare baite costruite con la tecnica detta del "carden", altrimenti nota come blockaus, particolare stile architettonico diffuso nell´intero arco alpino dalle popolazioni Walser di origine germanica. Questo stile prevede l´utilizzo di tronchi squadrati sovrapposti, incrociati e incastrati negli angoli a costituire le pareti. Per chi avesse energie da spendere e compatibilmente con i tempi dell´escursione, altre costruzioni simili sono visibili nei vicini alpeggi di Stabisotto e Canto. Ritornando al ponte e attraversandolo ci troveremo sul versante meridionale della Val Febbraro e in breve ad un altro bivio. Ignoriamo la segnaletica presente che ci indica, in direzione sud, Alpe Frondaglio e proseguiamo in direzione ovest sulla carrozzabile seguendo l´indicazione per Borghetto e il passo del Baldiscio. Percorriamo ora la valle fiancheggiando il torrente in leggera pendenza in un magnifico ambiente naturale. In capo ad una mezz´ora potremo scorgere sulla destra una delle principali attrattive della valle; la meravigliosa cascata di Borghetto. In questa stagione è completamente ghiacciata e con un po´ di fortuna potremmo vedere in azione qualche cordata di cascatisti. Proseguiamo e camminando nel silenzio rotto solo dal frusciare delle ciaspole, viene quasi naturale lasciar vagare la mente e immaginare uomini preistorici intenti ad una spedizione di caccia, oppure carovane di muli che trasportano merci in Val Mesolcina attraverso il passo del Baldiscio. Sì, perchè come ricorda il pannello esplicativo più a valle, in questo tratto delle Alpi, recenti scavi archeologici hanno portato alla luce manufatti, utensili, resti di bivacchi che testimoniano attività umane risalenti a 6/7000 anni addietro. In breve giungiamo alla fine del tratto pianeggiante o comunque della rotabile in assenza di neve. Attraversiamo di nuovo il torrente su una passerella, (1596m) ritornando sul versante settentrionale e iniziamo a salire una bella e ripida mulattiera che si snoda in uno stupendo bosco di conifere. In funzione del quantitativo e della qualità della neve questo tratto, 300m circa, potrebbe risultare piuttosto impegnativo. Usciti dal bosco guadagniamo rapidamente i pascoli innevati dell´Alpe Borghetto (1897m) la cui bellezza, la tranquillità e l´impagabile vista ci ripagano dell´ultimo sforzo. Prendiamoci un momento di respiro e ammiriamo lo spettacolo delle cime innevate che ci circondano. Incombono, quasi a chiudere l´imbocco della valle a est le spettacolari piramidi del Pizzo Emet, del Monte Mater, del Groppera e del Pizzo Stella. A nord in tutta la loro bellezza le cime gemelle dei P.zi dei Piani e la mole del Pizzo Ferrè. A sud e sudovest i profili meno arditi, ma comunque interessanti e meta di escursionisti e scialpinisti, del Pian dei Cavalli e del Filo di Barna. Da questo stupendo balcone sono possibili numerosi altri itinerari, però più impegnativi, per cui soprattutto nel periodo invernale, è consigliabile farsi accompagnare da una guida. Tuttavia in condizioni di tempo stabile e con il manto nevoso ben assestato, chi avesse ancora gambe e fiato potrebbe ampliare l´escursione, senza correre particolari rischi, raggiungendo con un´ora circa di ciaspolata il passo del Baldiscio (2350m) in direzione est. Oppure optare per il rientro a Isola, descrivendo così una sorta di anello, raggiungendo il bel dosso de l´Alpe dei Piani (2066m) in direzione nord e piegando poi decisamente a est verso i visibili nuclei di Chiodia e Stabisotto. Da qui il rientro a Isola ripercorrendo l´itinerario fatto in salita. |
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