Generazione di sciatori Italo, Fabio e Nicolò.
A questi tre nomi aggiungiamo il cognome Pedroncelli e immediatamente il pensiero corre allo sport dello sci.
Testo di Franco Fontana
Papà, figlio, nipote tre generazioni sugli sci. Nicolò, di appena undici anni, con i risultati fino a ora ottenuti sta rinnovando la storia sportiva ed agonistica iniziata dal nonno Italo, classe 1935, il più importante e carismatico campione di Madesimo e della Valchiavenna.
Correvano gli anni ‘40 e l’allora parroco Don Angelo Mazza, oltre alle anime dei madesimini e dei turisti frequentanti la località si prese amorevole cura dei ragazzi madesimini insegnando loro oltre alla “dottrina” anche i primi fondamentali dello sport sciistico. Italo Pedroncelli , sotto la guida di Stefano Sertorelli e dei fratelli Giorgio e Federico Thoni, allora maestri di sci presso la locale scuola, spiccò il volo verso una lunga carriera costellata da prestigiosi risultati; slalomista di classe, dotato di un’ottima tecnica, seppe primeggiare non solo tra i paletti stretti, ma anche nelle prove veloci. Per ben tredici stagioni agonistiche fece parte della nazionale italiana, partecipando alle olimpiadi di Cortina 1956, Squaw Walley 1960 (11° posto in slalom – 19° in gigante- 24° in discesa) e Innsbruck 1964 (11° in slalom e 18° in gigante) ed al Campionato del Mondo in Cile nel 1958. Tra i risultati più importanti ottenuti annoveriamo il titolo di campione del mondo militari. La splendida vittoria alla 3Tre sul mitico canalone Miramonti a Madonna di Campiglio, un secondo posto nella discesa di Adelboden (1960).
Nella sua lunga carriera curiosamente non è mai riuscito fregiarsi di un titolo italiano di specialità, ottenendo però ben 9 secondi posti nella varie discipline. Abbandonato l’agonismo, intraprese quella altrettanto prestigiosa di allenatore federale: per due anni fu tecnico della nazionale azzurra femminile, quindi di quella brasiliana e successivamente divenne responsabile tecnico dei materiali del mitico Gustav Thoeni per la ditta Spalding – Persenico di Chiavenna, ideando, primo in Italia, una pista di prove per test di materiali (sci e scarponi) a Madesimo.
Al termine di questa luminosa carriera di sportivo e di tecnico, è ritornato nella sua Madesimo mettendo a disposizione dei ragazzi del luogo e della locale scuola di sci le sue doti umane e sportive. Ai suoi “ragazzi” insegnava prima di tutto l’amore per lo sci quale sano e divertimento sportivo per poi avvicinarli gradatamente all’agonismo senza però dare un’ossessiva importanza al risultato. Fu anche presidente del Circolo Sciatori Madesimo per alcuni anni, prima della sua prematura scomparsa avvenuta nel 1992 all’età di 57 anni ed il suo ricordo aleggia ancora immutato nel cuore dei suoi “ragazzi” e di coloro, madesimini e non, che hanno avuto l’opportunità di conoscerlo.
Al figlio Fabio toccò l’arduo compito di “figlio d’arte” e purtroppo lui dovette subire i contrasti tra scuola e sport, all’epoca molto conflittuali (basti pensare che non venivano accettate assenze per motivi sportivi e ciò influiva negativamente sul giudizio scolastico dello studente). Nonostante ciò Fabio riuscì... Ora il testimone agonistico è passato al nipote Nicolò, e, lui nonostante la sua attuale tenera età, sta dimostrando di poter ripercorrere la luminosa carriera del nonno Italo.