Foto di Alessandra Tavasci
A Bodengo lo conoscono tutti.
Da sempre i frequentatori dello splendido borgo adagiato nell´omonima valle a monte di Gordona, hanno imparato a riconoscere i passi di Romolo nel bosco. Si muove cauto, con attenzione, esaminando albero dopo albero. Ha l’occhio esperto, lui.
Allenato a riconoscere le fronde e i rami che hanno la giusta esposizione al sole, necessaria a conferire quella giusta elasticità alle fibre per realizzare i manufatti a cui sono destinati.
Romolo è stimato per il lavoro che svolge. Raccoglie la legna, la prepara nel suo laboratorio e a fine anno, quando torna a valle, porta il materiale nel suo piccolo laboratorio e inizia la produzione. Faggio, frassino, castagno e salice sono solo alcuni degli “ingredienti” che utilizza per produrre manufatti che ormai non sa realizzare più nessuno.
Romolo ha 92 anni. Classe 1928. È rimasto l’ultimo detentore di un sapere antico, capace di dare forma alla legna, per trasformarla in magnifici gerli, cadole, cesti e piatti. Usa pochi strumenti, quelli che servono per ricavare sottili nastri di legno che poi intreccia uno a uno. Il suo rammarico è di non essere riuscito a trasferire a nessuno questa sua arte.
Nel corso della sua vita ha fatto di tutto. Taglialegna, muratore, pastore, impagliatore di sedie, operaio e falegname. Ora si gode la meritata pensione.
E’ padre di 5 figli che lo circondano di affetto e attenzioni, insieme ai suoi nipoti. “Lavorare il legno dà soddisfazione - racconta -. Lo faccio per passione, ma anche per quei pochi che cercano questi prodotti e non li trovano più in giro”. Sorride, Romolo. Ha la battuta pronta. Prima di salutarci ci chiede dove finirà questa chiacchierata. “Mi raccomando: se potete fatemi un po’ di pubblicità” ci dice ridendo.