Terra, tradizione, innovazione, cultura.
Adagiato ai piedi della sponda di Pianazzola, da qualche anno prospera a Chiavenna un vitigno prestigioso, il Pinot Nero, dal quale nasce un vino unico nel suo genere.
Ecco la sua storia.
Chiavenna e i terrazzamenti di Pianazzola sono diventati protagonisti negli ultimi anni di molteplici esperienze in campo enologico. Tutte di qualità, tutte di prestigio. Tra le ultime, si è guadagnata un posto di primissimo piano l’etichetta Balze Grigie. Il progetto nasce nel 2009 con un primo recupero di un’area terrazzata posta sul livello più alto della sponda di Pianazzola. Partita in sordina, l’iniziativa ha saputo strutturarsi col tempo in un modello imprenditoriale ambizioso incentrato sulla coltivazione di vitigni non convenzionali per questa area geografica. Ideatore di questo sogno è Giancarlo Geronimi, professionista che vive e lavora in città. A lui si sono aggiunti lo zio Ernesto Dell’Ava e l’amico Romeo Sozzi, designer d’interni di Valmadrera.
Nulla di improvvisato
La genesi e la nascita di Balze Grigie sono state preparate con cura. Studi e approfondimenti condotti insieme ad esperti del settore, hanno permesso di delineare il profilo di una produzione vitivinicola biologica ricercata, unica nel suo genere, intraprendendo un impegnativo percorso di qualità ben definito e testato nei primi anni. Un progetto di nicchia, che - per ora - coinvolge un ettaro e mezzo di superficie coltivata.
Valenza paesaggistica
Balze Grigie deve il suo nome alle sponde vitate e al colore della roccia di granito dei terrazzamenti. Questa area non costituisce soltanto un esperimento enologico di notevole interesse. Il recupero di un’ampia area agricola, riscattata alla forestazione imperante, ha permesso di valorizzare i terrazzamenti storici che fanno da quinta a Chiavenna, riportandoli alla loro originaria funzione oltre che ripristinarne una preziosa messa in sicurezza. Un colpo di pregio al panorama che offre l’intero versante di Pianazzola.
Eredità culturale
«In prima battuta, - spiega Giancarlo Geronimi, quando lo stimoliamo a tirare un primo bilancio di questa esperienza - Balze Grigie ha recuperato e valorizzato l’antico vigneto di famiglia coltivato dalla nonna e prima ancora dalla bisnonna, a cui si è poi aggiunto il ripristino di un “vigneto di mezzo”. In seguito, nel 2015, ha preso il via il recupero di un vigneto con una “torretta”, posto sul livello più basso della sponda di Pianazzola, nella zona di San Giovanni, di cui se ne rinvengono tracce documentate già a partire dal XIII secolo». «Siamo molto soddisfatti per essere riusciti in questi importanti interventi. Con due straordinari compagni di avventura condividiamo la scelta ambiziosa e certamente impegnativa di produrre ora un vino unico per il nostro territorio, con selezionate uve di pinot nero e con una lavorazione biologica rispettosa dell’ambiente. E’ un sogno che per noi si sta realizzando anno dopo anno con l’obiettivo di proporre qualcosa di distintivo e gratificante a chi apprezza il buon bere”.