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Itinerario fra laghi, pascoli e alpeggi
nelle terre tanto amate dalVate d´Italia, Giosuè Carducci.
Carducci va a Madesimo una volta e non può più farne a meno. È l´estate del 1888. Annoiato e immalinconito dall´esistenza bolognese, sale fra le Alpi della Valle Spluga. Ne respira l´aria, ne vive l´atmosfera, ne prova le acque termali e finalmente ritrova la poesia perduta. Da Villa Adele, "campo base" per le sue esplorazioni, Carducci usa sovente vagare per dossi e per pascoli sui sentieri intorno al paese, e di frequente i suoi passi lo portano all´Alpe Motta e al suo laghetto, immerso in una quinta ambientale che inebria lo spirito e ispira versi.
Un secolo intero è trascorso, e anche qualcosa di più. L´Alpe Motta è ancora lì. A cambiare qualcosa nel paesaggio tanto apprezzato dal poeta è arrivato il turismo invernale di concezione moderna, valore aggiunto per la vitalità della valle.
È proprio all´interno di questi territori, lodati un tempo dalla stessa voce poetica di "Pianto antico" e di "San Martino", e oggi solcati dalle lamine veloci degli sciatori lombardi, che si snoda il breve itinerario escursionistico circolare che, piacevole in estate, trova la sua ideale collocazione temporale nella stagione autunnale, quando i primi freddi incendiano d´arancio i boschi di larici e spruzzano di neve i tremila. Il punto di partenza da noi scelto è Madesimo, ma si potrebbe anche pensare di salire in auto sin già all´Alpe Motta, o di pervenirvi tramite funicolare da Campodolcino, in base al periodo di apertura.
Occorre imboccare l´asfaltata per Motta. Ci accompagna la segnaletica bianco-rossa del CAI, andando a guidarci ben presto su una bella mulattiera che striscia lateralmente alla strada, quindi l´attraversa sulle strisce pedonali per andare ad immergersi dalla parte opposta in luminosi boschi di conifere. Il tracciato sale a pendenza costante e moderata, e pure ci invita più volte a concederci una sosta di quieta contemplazione, come doveva prendersela anche Carducci, se suo solito era effettivamente riposare sul "sedile" che la tradizione gli associa.
L´Itinerario carducciano - così titola la bella cartellonistica che ci accompagna nel bosco celebrando con citazioni il rapporto d´amore fra Madesimo e il grande poeta - termina, per noi, ai 1730 metri di quota dell´Alpe Motta di Sotto, elegante stazione sciistica ed escursionistica panoramicamente affacciata sulla Valle Spluga. Sinora abbiamo camminato per circa mezz´ora, superando un dislivello di meno di 200 metri.
La tappa successiva, la statua dorata della Madonna d´Europa (1914 m), è già visibile in cima al poggio erboso alla nostra sinistra. Per salirvi occorre imboccare la traccia di sentiero che si stacca dai caseggiati di Motta disegnando sul pendio un traverso in direzione nord-est.
Per scendere ora al Lago Azzurro, meta prediletta fra le passeggiate carducciane, una traccia esiste, e punta verso nord-est, ma si può anche passare liberamente fra i prati. In pochi minuti, in ogni caso, si intercetta in discesa una strada sterrata, che si supera puntando verso i boschi di fronte a noi, ancora in leggera discesa.
Il lago è lì, a quota 1853, frammento di cielo fra le fratte, corteggiato tutt´intorno dai larici. Una bellezza naturale che molti si erano rassegnati a non veder più, dopo che nel 2006 il bacino s´era svuotato senza più riempirsi.
A questo punto si può scegliere di proseguire l´anello sino all´Alpe Groppera; per far questo, costeggiamo il lago su tracce di sentiero, quindi ci inoltriamo nel bosco sbucando dopo poche decine di metri di fronte alla partenza dell´impianto Colmenetta Est e in prossimità della Baita del Sole. Da lì seguiamo la sterrata che, chiusa nel bosco, si inoltra nella valle fino ai prati della sponda opposta. Qui sorge il bel nucleo di case e baite di Groppera, a 1930 metri di quota, dopo non più di venti minuti di cammino dal lago. Degna di nota un´edicola sul tetto di una casa, in ricordo di due slavine d´inizio secolo che hanno colpito rovinosamente il paese.
L´escursione si avvia verso la conclusione: su sterrato si scende alle case di Pianello, quindi su fondo asfaltato sino a intercettare via Emet per Macolini; svoltando a sinistra si scende in pochi minuti a Madesimo. Passeggiando per le vie del paese abbiamo modo di approfondire la conoscenza di Carducci grazie ad altri pannelli del suo "Itinerario", che ci segnalano ad esempio l´abete che il poeta stesso volle piantare, o l´Osteria Vegia che egli soleva frequentare. Un saluto, infine, alla statua del poeta, e poi al parcheggio, a chiudere il giro.
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