Da lunedì a sabato: 9-12.30 e 15-18.30
Domenica: 9-12.30
Martedì: chiuso
Fino al Quattrocento le costruzioni agricole valchiavennasche e, in particolare, quelle della val San Giacomo, furono costituite da una parte costruita a monte, in pietra o muratura, detta chjä da föç (casa del fuoco) e da una parte orientata verso valle in legno che fungeva sia da soggiorno che da camera da letto. Quest’ultima porzione dell’edificio era costituita da quattro pareti di travi ben squadrate sovrapposte orizzontalmente, incardinate nei punti di incrocio quasi in corrispondenza delle estremità. Questo tipo di costruzione in legno è chiamato càrden, dall’antica tecnica dell’opus cardinatum, di cui parla Vitruvio nel suo trattato sull’architettura dedicato all’imperatore romano Augusto. Oltre alle abitazioni, i fienili sono costituiti da tronchi sovrapposti e incardinati, privati della corteccia, le cui intercapedini facilitavano la ventilazione all’interno dell’edificio, necessaria per il mantenimento del fieno. Visitare oggi queste antiche cascine, permette di scoprire molto sugli usi e i costumi di un tempo.Il pavimento era in terra battuta con grandi lastre di pietra e, oltre alla catena in ferro per sorreggere i paioli, a lato del focolare c’era la scigógna, sostegno girevole in legno utilizzato per spostare agevolmente sul fuoco le pentole.In mancanza di una canna fumaria, nella chjä da föç il fumo usciva attraverso le pietre del muro a secco o dagli interstizi tra le piode del tetto. In molte abitazioni a scaldare era la pigna, la stufa di forma riconducibile a un parallelepipedo. Talvolta la pigna aveva gli angoli smussati e, in genere, le pareti in muratura e la copertura costituita da un’unica lastra in pietra. Addossata a una delle pareti, la pigna veniva caricata attraverso uno sportello posto nel locale adiacente. Quasi sempre il càrden, che spesso presenta una pianta riconducibile a un quadrato, poggia su una base in pietra a vista o pietra e calce che, oltre a svolgere la funzione di fondazione, isola la struttura lignea della costruzione dall’umidità che sale dal terreno. Oggi i càrden sono un prezioso patrimonio delle nostre valli da salvaguardare, che oggi sorgono lungo i nuovi e suggestivi itinerari turistici de “Le Vie dei Càrden”, nati da una felice intuizione della direttrice del Museo della Via Spluga e della Val San Giacomo. L’autunno offre scorci e panorami meravigliosi per riscoprire i tesori generati sul territorio, da questa tecnica di costruzione alpina. Testo di Crstian Copes |
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